Nei reportage internazionali in cui mi sono trovato sono sempre stato colpito dalle condizioni di vita dell’infanzia che incontravo. Questi bambini in situazioni estreme, che nessuna società “occidentale” tollererebbe per la propria infanzia, guardavano in macchina con occhi limpidi in cui si leggeva tutto ciò a cui erano abituati e a volte sorridevano, perché incredibilmente -a volte- riuscivano ad essere felici. Giocavano fra rifiuti e residuati bellici, lavoravano portando pesi, andavano a scuola in capanne di fortuna, mangiavano e dormivano come potevano, facevano la guerra degli adulti.
Queste realtà purtroppo non stanno cambiando come dovrebbero e queste foto scattate anni fa sono ancora brutalmente attuali. Per questo abbiamo scelto di esporle di nuovo in un periodo in cui le coscienze dovrebbero essere aperte alla riflessione sociale: sotto le Feste del 2022, in una città del ricco nord-est.
Una “provocazione sociale” della fotografia…